Villa Rinaldi e l’antica arte del “Dégorgement à la volée”
Il fascino delle tradizionali tecniche di maturazione degli spumanti Villa Rinaldi: la personalità di un vino nasce dai piccoli gesti.
Tra le terre del veronese, alla fine del 1800, grazie al coraggio e all’intraprendenza del suo fondatore Marcello Rinaldi nascono i vini Villa Rinaldi. Negli anni ’60 arriva la svolta sotto la guida dell’attuale titolare Rinaldo Rinaldi che, insieme ai figli Teresa, Cinzia e Alberto, dà un nuovo impulso all’azienda: con eleganza e originalità opta per la creazione di sublimi vini da vitigni Chardonnay e Pinot Nero. Villa Rinaldi non presenta alcuna vigna di proprietà ma 25 conferitori selezionati, distribuiti in Alto Adige e nella zona della Valpolicella.
Le creazioni di punta dell’azienda veneta sono gli spumanti Villa Rinaldi, eleganti e ricchi di delicate fragranze senza tempo, adatti a ogni occasione e celebri da decenni nella scena internazionale dei millesimati più noti. Ogni dettaglio della lavorazione del vino viene seguito con scrupolo, dalla selezione delle migliori uve Chardonnay e Pinot Nero fino alla delicata pressatura e alla maturazione in barrique per periodi fra i 6 e i 40 mesi. Oggi accanto ai nuovi metodi all’avanguardia sono state recuperate alcune tecniche di vinificazione cadute in disuso e riprese dalla famiglia Rinaldi. Tra i diversi processi spicca l’antica procedura del “Dégorgement à la volée”.
Il manifesto del dinamismo: il Dégorgement à la volée dei vini Villa Rinaldi
Con il termine “dégorger” si intende “évacuer” ovvero eliminare il deposito di residui raccolti sotto il tappo nel periodo di rifermentazione in bottiglia, cercando di perdere meno vino e anidride carbonica possibile per ottenere un prodotto brillante e raggiante.
Il Dégorgement à la volée, “sboccatura al volo”, è un sistema tradizionale utilizzato dalla cantina Villa Rinaldi che richiede grande professionalità ed esperienza: consiste nella stappatura del tappo per far uscire le fecce e nel girare la bottiglia nel preciso istante in cui l’aria sale fino al collo in modo che gli scarti escano senza perdite di liquidi. Bisogna usare molta prudenza e avere notevole destrezza nell’atto di stappatura della bottiglia: se avviene troppo in anticipo i lieviti si rimescolano, se avviene pochi istanti dopo si rischia di perdere troppo vino.
L’atto è spettacolare a vedersi, lo “sboccatore” incanta con i suoi movimenti e lo spumante mostra la carica che ha acquisito e la rivela sprigionando forza e carattere. In pratica, il vignaiolo Villa Rinaldi tiene in mano la bottiglia un po’ inclinata e toglie il tappo con l’altra mano scegliendo il momento più adatto per consentire al deposito feccioso di fuoriuscire. La tempestiva chiusura del collo evita l’entrata dell’ossigeno che potrebbe innescare un processo di ossidazione e quindi avviare il vino a una rapida fase involutiva.
Tra le etichette più note della cantina Villa Rinaldi che adottano questo antico metodo spiccano il Corpus Amarone della Valpolicella, il Barricaia e il Recioto della Valpolicella: bottiglie figlie dell’esclusività e fautrici di nobili emozioni, vini e spumanti Villa Rinaldi che non seguono stereotipate mode ma indossano l’eleganza e la grazia di chi li ha creati.