Tommasi: vini che lasciano il segno, da oltre 100 anni
Eleganza, armonia e rispetto delle tipicità: la cantina Tommasi dal 1902 si pone come obiettivo quello di educare la vigna a produrre uve di qualità assoluta. Nulla è lasciato al caso.
Spesso quando si racconta una storia vinicola si fa ricorso a espedienti che richiamano alla mente l’esperienza e le importanti tradizioni tramandate dalla cantina di generazione in generazione. La storia della famiglia Tommasi non è altro che una parure di passione, rispetto e amore per il vino e per l’ospitalità; la nascita e la crescita di quattro generazioni che hanno vissuto i propri anni coltivando con dedizione i terreni locali, con l’obiettivo fisso della massima qualità.
La cantina Tommasi nasce nel 1902 ad opera del suo fondatore Giacomo Tommasi che, insieme agli 8 figli, riesce a dare una forte impronta a questi territori, avviando una lunga tradizione di vini Valpolicella dall’animo tenace. In più di un secolo la cantina Tommasi ha ormai raggiunto la sua stabile estensione: dagli iniziali 5 ettari dislocati in Veneto, si è passati ai 215 ettari di territorio ad elevata vocazione enologica. Fin dalla prima parcella acquisita dal fondatore dell’azienda, la visione è stata sempre quella di mettere al centro il benessere delle persone, portando il sapore del buon vino dalle terre più fertili d’Italia in ogni angolo del mondo.
Il legame forte, da sempre presente tra le persone, le terre e i mercati, ha affinato nel tempo la visione imprenditoriale delle quattro generazioni, tutte legate dalla continua ricerca di strategie e innovazioni, volte a mantenere uno stretto contatto con le tradizioni e a valorizzare le qualità uniche definite da ogni singola regione vinicola. L’obiettivo dell’azienda Tommasi, infatti, è stato sempre quello di deliziare gli appassionati di vino in tutto il mondo, per diventare un punto di riferimento per lo sviluppo sostenibile tra le cantine valpolicella, ma anche per l’enoturismo locale.
Cosa spinge la cantina Tommasi ad essere scelta tra le varie alternative del suo settore? Di certo c’è l’ottica aziendale di studiare la terra come un impegno a lungo termine, nel costante rispetto e fiducia tra uomo e natura. La volontà di sorprendere partner e clienti, creando prodotti buoni e ben fatti, favorisce la scelta dei vini Tommasi, maestri nel rispondere celermente alla richiesta di desideri e di bisogni a tavola.
Tommasi vini: la forte vocazione per l’Amarone
La famiglia Tommasi è una tra le più importanti realtà complici della valorizzazione di uno dei più importanti vini della Valpolicella, tra i più acclamati e celebrati al mondo: l’elegante Amarone. Questa eccellenza enologica italiana è diventata un punto chiave della produzione Tommasi, al punto di essere riconosciuto come uno dei principali ambasciatori a livello internazionale. Non vanno però dimenticate le altre grandi produzioni della cantina veneta, tra le quali si annoverano il Valpolicella Classico Superiore, il Ripasso e il Recioto, perle di questi territori.
I princìpi base per la produzione dell’Amarone vengono rispettati scrupolosamente dalla cantina Tommasi. Le uve utilizzate per dar vita all’Amarone sono vitigni autoctoni del luogo, tra questi: Corvinone, Rondinella, Corvina e Oseleta. La Corvina è l’uva regina che regala al vino tutta la sua raffinatezza, il Corvinone rende il calice più vellutato e fruttato, la Rondinella propone il suo sentore di ciliegia e l’Oseleta dona tutto il suo tannino setoso. Gli anni di attesa per dare alla luce un ottimo Amarone sono almeno quattro, con 100 giorni di appassimento, tre anni di riposo in botti di rovere di Slavonia e un anno di affinamento in bottiglia.
La realizzazione dell’Amarone Tommasi, come quella degli altri vini, si erige tutta sul rispetto della tradizione contadina secolare e sulla responsabilità nei confronti del territorio. Ogni bottiglia è in grado di regalare un’esperienza a sé, ma tutte sono accomunate da classiche caratteristiche. Il vino regala al naso sentori di amarena selvatica, prugna, frutta candita e spezie, mentre al naso si apprezzano tannini misurati e fini. Il vino Amarone propone una gradevole sensazione in bocca, ricchezza estrattiva e morbidezza al palato. Il finale è soavemente asciutto ed elegante.
Quanto è importante l’Appassimento?
L’Appassimento da sempre è stato un tratto distintivo e una tecnica fondamentale per lo sviluppo della Valpolicella Classica. Il procedimento è lineare, ma ogni passaggio deve essere curato nei minimi dettagli. Le uve utilizzate per l’Appassimento hanno come caratteristica principale lo spessore notevole della loro buccia, questo consente una maggiore sopportazione per prolungati appassimenti.
Le uve vengono disposte sulle arele, le tipiche strutture in bambù che accolgono gli acini per almeno 110 giorni. L’aerazione dei locali è fondamentale in quanto permette di far circolare l’aria che dà il via alla seccatura del raspo. Alcuni ventilatori, in uso nei primi 30/40 giorni, favoriscono la perdita di acqua nell’uva e, grazie a un sistema di umidificazione, ogni grappolo viene isolato dall’umidità prodotta dagli acini. Affinché tutto il processo di appassimento proceda in maniera lineare, i livelli di umidità non devono raggiungere alti livelli per evitare la proliferazione di muffe che altererebbero il lavoro nel fruttaio. Risultati ottimali derivano da un’attenta valutazione dello stato degli acini: non dev’esserci un’eccessiva perdita di liquidi poiché questo causerebbe una forte secchezza dell’uva.
Nel mese di dicembre avviene l’evoluzione aromatica, grazie alla formazione di glicerolo che conferisce al vino tutta la sua eleganza e morbidezza, ma grazie anche alle temperature molto basse che favoriscono mutazioni nel carattere del vino. Al termine di questo periodo c’è una selezione delle uve, nella quale vengono scartati il 5/6% di tutti i grappoli. Da questo momento, finisce il processo di appassimento che dà spazio alla pigiatura, alla fermentazione per un mese su lieviti e infine ai 3/4 anni di maturazione in botti di rovere di Slavonia che donano al vino l’ultimo tocco di personalità.
Vini rinomati della cantina Tommasi
La produzione della cantina Tommasi è oggi costellata di numerose etichette, tutte acclamate da critiche internazionali. I due caposaldi che hanno trascinato l’azienda nell’olimpo della viticoltura italiana sono senza dubbio il Tommasi Amarone e il Tommasi Ca’ Florian.
Amarone Tommasi della Valpolicella Classico Docg
La prima annata in cui è stato realizzato il primo Amarone della Valpolicella Classico risale al 1959, e da quel momento il percorso aziendale della famiglia Tommasi ha avuto una nuova e netta direzione. Ogni annata è stata la sintesi della dura ricerca verso un vino Valpolicella da amare, conviviale, da condividere tra amici. I mercati dell’export sono stati aperti grazie all’Amarone Classico che, complice il suo notevole successo a livello internazionale, ha permesso all’azienda veneta di crescere e reinvestire, sempre nel rispetto delle origini della cantina. Ad oggi questa icona di famiglia ha permesso a Tommasi di diventare ambasciatore del vino italiano in oltre 85 paesi, con una produzione annua di 300.000 bottiglie.
Ca’ Florian Tommasi Amarone della Valpolicella Classico Docg Riserva
L’anima giovane e spensierata della famiglia è tutta racchiusa nelle bottiglie di Ca’ Florian Amarone, grazie al duro lavoro della quarta generazione Tommasi e allo spirito guida dell’enologo del Gruppo Giancarlo Tommasi. Il Ca’ Florian nasce poco più di 30 anni fa da un vigneto storico che la famiglia ha deciso di dedicare esclusivamente a questo vino: i vigneti Ca’ Florian e Fiorato. In queste terre argillose, ricche di ferro e magnesio, crescono uve scure, come more, adatte a lunghi periodi di affinamento. Il vino Ca’ Florian è un rosso di classe, intenso e avvolgente, in grado di esprimere tutta la sua potenza e la sua eleganza. Un Amarone in perfetto equilibrio tra contemporaneità e tradizione.